Il romanzo narra la vicenda di un uomo che sceglie la solitudine della montagna per riscoprire il contatto con il mondo degli uomini semplici e con se stesso. Durante questo percorso, il protagonista si riapproprierà degli affetti e dei legami importanti, e scioglierà invece quei nodi che ancora lo stringono ai simulacri della vita moderna.

mercoledì 16 febbraio 2011

AMO GLI ZINGARI

Amo gli zingari nomadi e quelli stanziali
quelli vestiti di lusso, pieni d’oro anche in bocca
che vivono in roulotte di centometriquadri
trainate da Mercedes d’ultima generazione
Amo gli zingari sporchi e cenciosi
che vivono dentro baracche nelle periferie delle città
che l’attraversano spingendo carrozzine sgangherate
raccattando roba dai cassonetti dei nostri rifiuti.
Amo gli zingari che lavorano
quelli che allevano cavalli
quelli che sono maniscalchi
quelli che battono il rame
quelli che trattano l’oro e schifano l’argento.
Amo gli zingari che vivono d’espedienti
quelli che mi chiedono l’elemosina
quelli che mi leggono la mano
quelli che mi rubano in casa
quelli che mi borseggiano sugli autobus.
Amo la zingara del semaforo sulla Tiburtina
eternamente incinta
il finto storpio in via dei Giubbonari
quello che suona l’organetto
e l’altro il violino sulla metro.
Amo la zingara col neonato a tracollo
che cantilena la sua povertà
e i tanti figli e fratelli da sfamare.
Amo gli zingari delle leggende metropolitane
quelli che rubano i bambini
nonostante siano i più prolifici al mondo.
Amo gli zingari rumeni, albanesi, kosovari, ungheresi,
macedoni, spagnoli, francesi e italiani,
Gitani, Rom, Sinti, Kalè e Romanichals
quelli cristiani e quelli musulmani.
Amo gli zingari integrati, scolarizzati, emarginati,
scacciati, sfollati, arrestati, torturati e sterminati.
Amo gli zingari
perché non hanno mai dichiarato guerra a nessuno
ma tutti gli fanno la guerra.
Amo i piccoli zingari bruciati nei forni di Auschwitz
e quelli bruciati nelle baracche di Roma.
Amo gli zingari tristi e quelli felici
quelli che amano e quelli che odiano
quelli che sperano e quelli che disperano.
Amo gli zingari perché se fossero il problema
non ci sarebbero problemi.

Ivano Sallusti

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